2.25.2007

Ci siamo.

E mentre attendiamo(beatamente,oserei dire)che Alexander ci grazi con il riassunto della scorsa giocata,mentre si affastellano interrogativi sull'identità di Montaigne,"mentre tutto scorre",è arrivata anche la giocata:Mercoledì,da Saro,alle 19.30.
Colgo l'occasione di fare a tutti i complimenti: raramente mi era capitato di avere un party di pg talmente costante,la formula della volta ogni due settimane sembra funzionare dato che fino ad ora la giocata non è mai saltata.
Continuiamo così =D

A Mercoledì,il Mignolo

2.01.2007

Fuga nella Nebbia.

La pioggia cadeva fitta sulla foresta silenziosa, non un rumore, non un alito di vento. L'armosfera era cupa e quasi innaturale, il silenzio agghiacciante e la nebbia adesso avvolgeva tutto il sottobosco rendendo difficile scorgere le montagne e le nubi rendevano impossibile vedere il cielo. In questa situazione inquietante si svegliarono tutti, fradici nonostante il riparo costruito. L'umidita era penetrante e nella nebbia Alexander destandosi si inoltrò per cercare ancora nella sua anima divorata dal Caos le energie che desiderava, nel frattempo Enialis si inoltrava nella boscaglia e scorgendo delle traccie lo comunicava a Klaus che con una rapida indagine riusciva a capire che si trattava di una sorta di caccia, dei cani e degli uomini veloci e leggeri avevano battuto il terreno in direzione dell'arena seguiti da otto pesanti cavalieri e giunti all'arena dovevano essere tornati indietro cercando qualcosa, forse cercando i fuggitivi.
Ibn Sina nel frattempo ossevava più in la Alexander che si era estraniato dal mondo, e adesso nella sua trance vagava ancora nei meandri del Caos e della sua anima, destandosi trovò l'elfo accanto a lui, una reazione di nervosimo a stento contenuta e dopo la voce di Klaus che annunciava che lui stava partendo. Affrettandosi tutti lo seguono e dopo poco ignorando i tentativi dell'uomo dei boschi di non lasciare traccie Alexander lo superava vanificando ogni suo tentativo di nascondere ai cacciotori la sua presenza.
Una lunga camminata, nella nebbia e sotto la pioggia che non accennava a diminuire di intensità e che ormai dalla sera prima cadeva incessante al suolo che ormai era divenuto un pantano. Dopo diverse ore di marcia tutti si fermano per mettere qualcosa sotto i denti e mentre Klaus e Enialis sono in cerca di selvaggina Alexander ne approfitta per sfregiare quella natura incontaminata, ma prima di poter portare a compimento la sua orpera Ibn Sina che lo ha seguito lo ferma, ma stavolta la reazione di rabbia dell'uomo di Kislev non è affatto contenuta ed estraendo le armi minaccia l'elfo fino a farlo indietreggiare, in questo momento ritornano Klaus e Enialis.
Ibn Sina allontanandosi da Alexander prende la selvaggina che hanno portato, mentre quest'ultimo con l'ennesimo gesto di rabbia sfregia un altro albero solo per trovarsi puntata alla gola la scimitarra di Enialis che non gradendo quella gratuita violazione della natura lo invita a non farlo, Alexander risponde con ironia all'invito e rinfoderando le armi consuma il suo pasto. Dopo poco il gruppo riparte attraverso il sottobosco, calano le tenebre quando giongono a un piccolo villaggio, le risaie attorno informano della presenza di un piccolo abitato, appena nove misere case su palafitte, abitazioni dei contadini del luogo.
Giunti sul limitare del villaggio Klaus e Ibn Sina avanzano, il primo con circospezione il secondo con meno sicurezza attraverso il terreno fangoso, mentre Enialis si acquatta fra gli alberi Alexander rimane in piedi minaccio ai bordi della foresta nella penombra della notte.
Klaus riesce ad avanzare fino a una finestra di una casa, e sente dentro tre voci, un uomo e due donne , poi sente un tonfo alle sue spalle, l'elfo impantanato e caduto al suolo. A questo rumore le voci nella casa si interrogano e un uomo si affaccia a una delle finestre e scorgendo la figura scura di Alexander ai margini del villaggio si affretta ad uscire, ma Klaus è più rapido di lui e quando l'uomo è solo sulla porta minacciandolo di morte lo fa tacere e conducendolo lontano dalla sua casa lo interroga mentre tutti si riuniscono attorno a quel vecchio che terrorizzato ma ugualmente risoluto chiede che non gli sia fatto del male.
Klaus interrogandolo scopre che quel piccolo villaggio e solo un borgo contadino appartenente al villaggio di Steinenburg a sette ore da li. In quel villaggio vivono nove famiglie ovvero una quarantina di anime che Alexander desidare avere per se, per il suo oscuro compito, così passando minacciosamente oltre l'uomo inginocchiato ai piedi di Klaus va verso una delle case.
L'uomo minaccia di urlare e quando infine vede Alexander vicino alla sua casa urla mentre il falcetto di Klaus gli taglia la gola e strozza il suo urlo che ha comunque allertato il villaggio. Le luci si accendono la gente viene fuori mentre Alexander si sistema la maschera sul viso.
Klaus estraendo la sua pistola gli copre le spalle, mentre Ibn Sina e soprattuto Enialis non sono proprio contenti di tutto quel trambusto, ma infine decisono entrambi che una volta ucciso il primo gli altri non dovranno vivere abbastanza per raccontare quello che hanno visto.
Mentre gli elfi erano immersi in questi pensieri una folla si avvicinava ad Alexander, in testa si muoveva un vecchio, forse l'anziano del villaggio, ma Klaus estremamente pragmatico esplodeva un colpo che centrando in piena fronte il vecchio lo faceva stramazzare al suolo morto senza poter avere risposta alla sua domanda su chi fossero gli avventori.
Mentre il vecchio crollava al suolo le urla si levavano nel villaggio qualcuno tentava la fuga altri uomini invece si riunivano in gruppi per assalire gli assassini. Mentre alcuni uomini con armi di fortuna si dirigevano verso Alexander un Mastino di Khorne ringhiando annunciava che il Caos era li.
Vedendo alcune donne e bambini scappare Ibn Sina risoluto nel non lascire sopravvissuti corre evitando la folla verso quel gruppo in fuga, nel frattempo Enialis indietreggiando incocca una freccia e si prepara a difendersi se sarà necessario. Klaus carica ancora la pistola mentre Alexander vede numerosi contadini accerchiarlo e cercare di colpirlo con scarsi risultati, solo uno di loro era riuscito a prenderlo, ma non visse abbastanza per raccontarlo perchè un serviotore di Nurgle portando con se la sua scia di pestilenza lo sciolse nel suo acido.
Appena qualche altro istante e diversi uomini si dirigevano verso Klaus che freddamente vedeva due di loro cadere e facendo esplodere ancora un colpo ne atterrava un altro ferendolo a una spalla.
Intanto il rumore cresceva, altri uomini cercavano salvezza, mentre molte donne e bambini si erano rifuggiati nella casa dell'anziano per sfugiare alla furia della battaglia, ma c'era poco da fare per gli uomini fuori, le creature del Caos scorrazzavano libere e a mettere fine a tutto giunse un servitore di Tzeentch che scagliando una potente magia incenerì letteralmente tutti quei contadini e colpì lo stesso Alexander che ferito anche a un braccio cadde al suolo provato. Mentre le case prendevano fuoco Enialis scagliava una freccia per aiutare Klaus, che si era feirto a un dito dopo un avaria della sua pistola, centrando un uomo al petto lo uccideva all'istante, nella foresta intanto Ibn Sina aveva raggiunto il gruppo di fuggitivi e ne aveva lasciato un altro scappare.
Raggiunta la donna e i quattro bambini che erano scappati cercava con falsità di tranquillizzarli, scoprendo che questo non era possibile liberava le sue energie magiche incenerendo queli miseri esseri, per poi far ritorno con una lieve ferita alla mano al villaggio.
Ad attenderlo una spettacolo tremendo, i demoni adesso scorrazzavano liberi banchettando o finendo gli ultimi sopravvissuti, le case ancora bruciavano e Alexander avvicinandosi all'abitazione piena di donne e bambini si preparava a metter fine a quell'eccidio con un grande sacrificio.
Con le sue ultime energie incideva sul legno della casa il simbolo del Coas sprigiondano così tutta la sua forza che liberandosi in un boato lo sbalzava metri indietro mentre il terreno sotto la casa si apriva e l'aria diveniva scura, la casa veniva letteralmente inghiottita nel terreno e mentre scendeva gli ultimi superstiti usciti dalla casa nuotavano come in un lago e giunti in superfice trovavno una spessa lastra che gli impediva di scappare da quella trappola, l'epilogo era la loro tremenda morte per annegamento, Alexander aveva appena le forze di ridere per il successo del Caos prima di svenire.
Lo spettacolo era stato sconcertante e le ultime figure demoniache tornavano al loro reame solo adesso, il gruppo avvicinandosi ad Alexander svenuto in terra vicino al punto dove un tempo sorgeva una casa si interrogava sulle sue azioni.
Quell'uomo, quello strano uomo con la maschera costituiva per Klaus un serio pericolo, Enialis pur sconcercato per quelle libere violazioni della vita non si pronunciò sulla sorte del compagno conosciuto solo poche ore prima mentre Ibn Sina interrogato da Klaus che era pronto a sgozzare Alexander, fin che era in tempo, rispondeva solo che nonostante la sua pericolosità poteva tornare utile, bastava tenerlo d'occhio.
A queste parole Klaus fermava la sua mano e lasciando quel corpo immoto li al suolo si allontanava verso le abitazioni, lo stesso facevano tutti gli altri, tranne l'adepto del Caos che restava li immerso nelle tenebre. Pochi istanti e Alexander si riprese e di scatto cercò di rialzarsi senza troppo successo, oltremodo provato nella mente più che nel corpo ferito e ustionato era ancora vivo, ancora su questa maledetta terra per rendere il suo tributo al Caos ancora, mentre lo stregone si rialzava tutti gli altri frugavano delle abitazioni per cercare viveri e utensili.
Solo dopo aver ucciso anche l'ultimo abitante del villaggio ovvero un piccolo cane Ibn Sina si ricordava di due uomini che erano riusciti a fuggire e dando l'annuncio iniziava a fuggire da quel luogo di morte seguito dai compagni e in ultimo da Alexander che reggendosi solo grazie alle sue grandi capacità magiche avanzava a stento nel fango. Così dopo aver reso al Caos numerose anime il gruppo si dipartiva attraverso il bosco e nella nebbia, una lunga fuga nella nebbia lo attendeva.