10.30.2007

Mediocri

Scappa il bastardo. Se la da a gambe, maledetto stupido dalla faccia sfregiata. Corri, corri a perdifiato. Pensi che ti lascerò andare? Trovi che io possa avere voglia di farti sparire nelle ombre? Pensalo, a me fa comodo che sia così. Per quel che mi riguarda puoi anche pensare che io potrei essere il tuo migliore amico.
Idiota. Lascia tracce ben visibili in tutte le direzioni. Ti sei anche perduto nella foresta, povera piccola anima indifesa. Ringrazia chi ti ha maledetto, o benedetto, o qualunque cosa ti abbia fatto quel pezzo di merda. E' l'unica cosa non mediocre che abbia fatto in vita sua. Ti avrei già sgozzato, insulso folle dei miei stivali. E non credere che sarei stato buono. Avresti fatto la fine che meriti, pecora asciutta tra le pecore. Il mio falcetto sarebbe bastato. Riservo le mie pallottole per occasioni molto più importanti e per gente molto più interessante. Si, perché anche quelle porcherie che invochi, infondo, sono molto più interessanti di te.
Ah, ecco delle orme fresche. Sei proprio furbo, caro amico mio. Sei passato di qui ben cinque volte. Che incredibile senso dell'orientamento. Ci sono buone probabilità che tu muoia di fame, quasi quasi sono tentato di lasciarti qui.
Quei tre mi seguono. Buon per loro. Infondo mi servono, soprattutto quello col lupo. Soprattutto il lupo. Potrei far perdere anche loro, ma non credo sia il caso. Sempre pecore, ma almeno queste potrebbero dare latte.
Ah, eccoti lì, mio carissimo amico. Hai il fiatone? Ti senti per caso braccato? No, sai che non posso farti del male, non sento l'odore della paura provenire da te. Male, molto male. Dovresti temermi. Potrei farti saltare una o due ciocche di capelli da qui senza correre il rischio di spappolarti quella stupida testa che ti ritrovi. Ma si da il caso che qualcuno abbia deciso che io non possa farti del male. Non lo sopporto. Ti rende particolare, e tu non hai le caratteristiche per essere particolare. Strisci come quegli altri due che mi stanno dietro, non sei in grado di camminare come me. Come sei patetico. Come siete patetici. Non puoi farmi del male, lo sai? Che brutto figlio di baldracca ha ordito questo inganno? Oh, stanne sicuro, troverò il modo di farti comunque un taglietto. E appena lo avrò trovato sarai fottuto, caro amico mio.
Intanto sto pensando ad una cosa. Quel ragazzino è ancora dietro di me. Molto bene. E' pallido, pare che anche lui stia per tirare le cuoia. Poco male, infondo mi annoiava l'idea che potesse esserci qualcuno di superiore oltre me in questa fottutissima accozzaglia del cazzo. Ci hai provato, giovane, e promettevi pure bene. Ma sei mediocre, e mediocre rimarrai fino alla tua fine. Testiamo perlomeno la tua fedeltà.
Eccomi qui, faccia di scimmia. Chi è che ti avrebbe pitturato quella faccia? Non funziona, carissimo il mio mediocre. Dipingiti il viso quanto vuoi, scalcia e sbatti i piedi. Sei quello che sei. Non puoi innalzarti, nemmeno se ci mettessi tutte le tue forze. E non mi pare che i tuoi sforzi vadano in quella direzione, caro il mio faccia pacchiana. Quanto sei brutto.
Vorrei darti una pedata, ma ho deciso che ti bloccherò.
Cos'è, ti ribelli? Fallo pure, tutto ciò accrescerà la mia convinzione sul fatto di esserti superiore. Perché comunque ti sottometterò, puoi starne certo.
Visto? Ti ho bloccato. E ora cosa fai? Mi punti il coltello contro? Hai guadagnato qualche punto, perlomeno sai essere comico. Non che ciò ti elevi come essere intelligente, ma sarei quasi spinto a considerarti come una pecora da latte, quasi alla stregua di quegli altri due.
Sortilegi. Ancora sortilegi, vero misero adepto? Non sai combattere mettendo il tuo corpo e la tua intelligenza nella battaglia, sai solo leccare i piedi per ottenere favori. No, non sei nemmeno una pecora asciutta. Sei anche sterile come pecora. E il tuo vello è anche bruciacchiato. Non perderei tempo con te nemmeno per recuperare qualche ciocca di lana. Sei solo carne da macello.
Cosa hai fatto apparire questa volta? Sei tu che li comandi? No, non ti obbediscono, ne sono certo. Nemmeno ti considerano quelle porcherie che ti ostenti a richiamare da chissà quale posto. Cos'è, ti piacerebbe che fossero ai tuoi servizi? Anche loro, ultimi stronzi tra gli stronzi, ti snobbano. Non ti basta già come risposta? Come tu riesca a farle apparire non mi è chiaro, ma sei solo un tramite, non un'origine. Ecco la differenza tra di noi. Io sono la prima lettera, tu una fra le tante che si trovano al centro.
Ah, sei sempre più divertente! Ordini a quella schifezza di attaccare il ragazzo. Cos'è, pensi che la cosa possa dispiacermi? Trovi che me ne possa importare di lui più di quanto me ne importi di qualsiasi altra persona nel raggio di migliaia di passi? Ragioni poco e male, faresti meglio a non ragionare direttamente e a conservare le energie per arrancare in questo schifo di posto.
Ah, guarda. Il tuo cagnolino lurido ci ha provato a colpirlo. Pare quasi che ti ascolti. Peccato che non sia altro che una schifezza. Non è nemmeno utile come cibo. Almeno quello dell'amante della natura lo potrei macellare.
Cos'è, quei due hanno deciso di vendere cara la pelle? Non sentono l'odore di morte che arriva da quella porcheria su quattro zampe? Va bene, che rischino, li aiuterò finché non mi sarò accertato di una cosa.
Tu, ragazzino, prendi questa mia insulsa arma. Per te va più che bene, non hai le capacità per tenere in mano il mio archibugio, e anche se le avessi non te lo affiderei.
Colpiscilo. Colpisci quella pecora. Fammi vedere se riesci a fargli sgorgare del sangue. Anche una goccia va bene. Dimostra di essere qualcosa in più che una pecora.
Cosa c'è, faccia dipinta male, vorresti fare del male al ragazzo? Te lo leggo negli occhi, in questo momento sei più simile a un cane randagio bastonato. Provaci, e che vada come deve andare. Vedremo chi è migliore tra voi due. Non lo difenderò, vai pure tranquillo.
Ah, un altro dei tuoi sortilegi. Approfittane, finché puoi. Credi che non mi sia accorto di come strabuzzi gli occhi ogni volta che usi quelle arti? Non sei adatto nemmeno a quello.
E tu cosa fai, amante della natura? Tra tutti sei quello che mi serve di più. Anche tu usi quelle arti? Hai le mani infuocate. Non ti ha insegnato tuo pa... tuo pa... Non ti hanno insegnato che toccare il fuoco è pericoloso, amante della natura? Attento a non bruciare la tua lana, non ti rimane molto oltre a quello. Ah, sai pure scagliarlo lontano quel fuoco. Quasi quasi mi stupisco. Si, mi mettete in soggezione, maledetti utilizzatori di sortilegi del cazzo. Ma non potete farmi del male, per cui rimango comunque sopra di voi. E comunque non sai nemmeno lanciare bene, mediocre. Cosa credevi, che fosse così facile colpire da lontano? Uno come te con una delle mie armi in mano sarebbe il migliore degli spettacoli quando la sera non ho nient'altro da fare che grattarmi la nuca. Immagina, amante della natura. Io che osservo e tu che ti buchi una gamba con un pallettone. Quante risate mi farei. E' vero... Posso farmi del male da solo? Devo provare anche questa possibilità. Ma non qui. Per ora devo testare altre cose.
E tu cosa combini, essere simile all'amante della natura? Ah, quanto siete uguali, due gocce d'acqua. Tutti gli stessi voi con le orecchie a punta. Te la tiri, vero? Parli piano, con voce affettata. Fai il saggio. Mostri di riflettere sulle tue azioni. Potrei anche dirti che sei il migliore, ma la verità è che anche tu usi le stesse arti degli altri due, e già questo ti rende uguale a loro. Se fossi capace di farti del male, chi credi che sopravviverebbe? Tu con le arti di sortilegio o io con la mia intelligenza? Fai le somme. La tua testa sarebbe spalmata a terra prima che tu possa anche solo considerare l'idea di colpirmi. E che stai facendo adesso? Guardi il ragazzo e blateri qualcosa. Cosa vuoi fargli? Stai attento e bada bene: non me ne frega nulla di lui, ma manda a monte la mia prova e la prossima volta potrei usare te come cavia.
Bene, ho colpito quella porcheria su quattro zampe. Infondo non è così spaventoso come sembra. Peccato che io non abbia tutta questa voglia di restare qui per provare fin dove può arrivare. A differenza di quegli stupidi conosco i miei limiti.
Oh, che spasso, tu con la faccia rossa provi a intimorire il ragazzo. Quello è più furbo di te, fidati. Ahah, che divertimento. Si uccide piuttosto. Quasi quasi mi fa pena.
TI HA COLPITO! TI HA COLPITO! Questo cambia tutto. Fuga ogni mio sospetto. Io non posso farti del male, ma posso fare in modo che qualcuno te ne faccia al posto mio. Posso fare in modo che ad ognuno di voi stolti sia fatto del male. Teniamolo in considerazione, la cosa potrebbe tornare utile. Per ora mi servite. Tutti tranne tu, faccia pitturata. Ma in futuro potrei anche decidere che ormai siete inutili.
E quello cos'è? Uno sciame. Hai tirato fuori uno sciame di locuste, detentore del segreto della furbizia? Ah, ma stai rantolando. Sei a terra e hai gli occhi fuori dalle orbite. Ti mangeranno, e non dovrò nemmeno darmi troppo da fare per levarti di torno.
Io me ne vado di qua. Anche l'orecchie a punta che sa parlare la mia lingua, o che almeno si sforza di farlo, proverà a scappare, ne sono certo. E tu che fai, amante della natura? Starai qui a vendicare una bellezza che già da tempo aveva abbandonato questo luogo? Si, rimani pure. Aggiungi sangue al sangue, uno o due non mi cambia nulla. E non credo cambi nulla a questo luogo, pare che ne abbia già bevuto tanto.
Meglio andare adesso.
Ehi, cosa fai stupido ragazzino? Chi sarebbe pazzo? E dove vorresti andare? Stai urlando di paura come una scrofa al macello. Che delusione. Ma voglio essere clemente con te. Non ti permetterò di essere additato da me come mediocre tra i mediocri. Mi sei servito, sei stato utile. Ti donerò una fine degna di un mio oggetto.
Guarda come cadi a terra. Muovi le braccia come se volessi volare. Vuoi spiccare il volo adesso, quando avresti potuto farlo mentre la tua testa era ancora salda e intera sul suo collo. Ecco cosa intendevo con clemenza. Lo vedi? Stai volando. Hai tenuto le ali chiuse per tutta la tua misera vita, adesso le muovi come uno splendido cigno mentre ti accasci al suolo. Ti ho donato bellezza alla fine. Ho fatto in modo che i tuoi ultimi passi fossero sublimi.
Con loro non sarò così buono. Loro mangeranno fango, o polvere. Ma non voleranno, stanne certo. Mirerò alle loro ali.

10.16.2007

Ritorna il buio.

Rieccoci,qualche mese dopo,meno riposati a casa degli esami,con decisamente meno pesi sulle spalle o forse qualche ruga in più.
Si ricomincia.

Chi sopravviverà,stavolta?(non Alexander,sicuro!)
...bentornati...

5.15.2007

Riassuntino veloce veloce...

Bene, dopo quasi due mesi di pausa (:() forzata (grrrr) finalmente ci troviamo dinanzi una altra spero avvincente sessione della giocata che, come da forum, stravolgerà il modo di concepire stesso :) :P

Su richieste del dm, ma in fondo anche per bisogno personale, ho compilato quaesto breve sunto della situazione attuale, soffermandomi sugli ultimissimi eventi. Esso ha valore parziale, ottimo per una pragamatica carrellata di eventi, magari per sapere in breve come stanno le cose. Ci sarebbero aggiungere molte altre cose, ma, proprio per il motivo sopra elencato, non mi sono voluto ulteriormente sbilanciare.

Buona lettura e chi volessse farlo, e buona giocata a noi poveri dipendenti (parlo per me prima di tutto :P) dal gdr :P

P.s.: ringrazio Alexander, la cui discussione filosofica avuta questa mattina, mi ha fatto ritornare alla mente quanto fosse bello interpretasre un personaggio come Ibn Sina. Per cui spero che, un giorno o l'altro, riprenderemo a giocare degnamente la Skias. :)


I Quattro maledetti e la terribile missione

Sopravvissuti a vari incontri nell'arena del barone Nusmenor, 4 individui (due umani e due elfi) riescono ad evadere. Durante la fuga, entrano in possesso di uno strano diario, del quale lo stesso barone Nusmenor non ne era il proprietario originario. Fuori l'arena, i 4 si imbattono in una esperienza tanto pericolosa quanto indelebile: un demone minore di Khorne, che il barone, per avidità e superbia aveva cercato di sottomettere e introdurre ai giochi dell'arena, sta facendo a pezzi le restandi guardie.
Morto il barone, sotto una tremenda maledizione, i 4 riescono a fuggire tra le foreste. Avanzano per alcuni giorni, con la consapevolezza di essere seguiti, sicuramente ricercati. Finalmente si imbattono in un piccolo agglomerato di case, periferia di Steinemburg. Alla ricerca di informazioni, Klaus cerca di instaurare un contatto con uno degli abitanti, agendo più furtivamente possibile. Tuttavia il forte temperamento dello stregone Alexander, in breve rende l'incontro un massacro. Il gruppo sa, del resto, che non devono essere lasciate traccie che possano aiutare i loro inseguitori.
L'unico che pare non preoccuparsi eccessivamente è l'elfo silvano, per il quale la sola presenza dei boschi è di per sè fonte di sicurezza. Il gruppo giunge infine a Steinemburg. Ma l'incontro più importante che, prima di entrare in città fanno, è quello con uno strano individuo, il cui nome risulterà essere Francois de Montaigne. Quest'uomo, dall'aspettto e atteggiamento di un folle, si rivela in breve essere fonte e stimolo per discussioni di un alto livello intellettuale, che suscitano gli interessi dell'elfo oscuro. Ma ciò che per tuttavia maggiormente stupisce, è che quest'uomo, abbandonato dalle proprie divinità, è riuscito a sostenere se stesso, e il proprio potere, da sè, espressione di una volontà che non può che trascendere il mortale.
Il paladino, in breve, sembra intenzionato a dirigere il gruppo vero una pericolosa missione. La promessa, è cosa certamente da chiunque ambita: il potere, il potere di distruggere, il potere di porre fine all'essere del mondo, che il paldino nichilista non pensa due volte ad affermare come sofferenza. Ma, ancora non si è pronti, e non è solo un'insicurezza dei fuggiaschi, ma il messaggio chiaro e conciso di un sogno, che i 4 hanno.
Bisognerà recarsi a sud, tuttavia passando per Mordehim, la città dei pazzi, l'arena del proprio addestramento. Lì, un uomo noto a Montaigne, proporrà varie missioni, che non saranno altro se non "addestramento", per la più importante, ovvero il recupero di una chiave, fondamentale per la riuscita dell'impresa. Poi a sud, nei caldi deserti brulicanti di insidie e avversità... ma non sarà il folle paladino, rivelatosi come l'ormai scomparso re di Bretonnia a seguire i 4 (che invero sono 5, dato che, l'arrogante pistolero ha preso con se un giovanetto a cui aveva dato la libertà nell'arena, e che ora riincontra).
Lui, è solo la prima importante vittima sul cammino dei 4. Ma un altro incontro si prospetta in breva al gruppo; e non piacevole. Degli esploratori, probabilmente avanguardie di un gruppo più vasto, si fanno avanti, Lo scontro tuttavia è breve, anche al seguito dell'intervento di uno strano individuo, che si rivela essere un mezz'elfo, un mezz'elfo oscuro. E addita Ibn Sina come leggittimo padre! Ma il colloquio/scontro tra i due non è destinato a durare a lungo.
Ancora una volta, l'ormai irrimediabilmente sfregiato Alexander, con spavaldezza irrequieta, invoca le smodate forze del caos, con la comprsa di un orripilante abominio del Chaos. La battaglia, soprattutto per il feroce mezz'elfo, che si ritrova in prima linea, è funesta, e in breve, egli fugge, ripromettendosi di riincontrare il padre, e, possibilmente, in tale occasione, ucciderlo. Invece, Enialis (il quale, durante il giorno, era stato soggetto al dono della capacità di mutazione in creatura della natura dalla propria divinità - con conseguente iniziazione all'ordine druidico che si completerà con una sfida mortale), non può fuggire: quell'essere, sebbene molto più forte, va eliminato. Per Klaus invece, un'altra seccatura, Per Ibn Sina, che poco tempo prima aveva augurato al druido curante il ferito stregone folle di non pentirsi mai di tale azione, una nuova sfida, in un moto d'orgoglio, già ferito dall'incontro col figlio e dalla consapevolezza di essere ancora nulla, niente mischiato con nessuno.

2.25.2007

Ci siamo.

E mentre attendiamo(beatamente,oserei dire)che Alexander ci grazi con il riassunto della scorsa giocata,mentre si affastellano interrogativi sull'identità di Montaigne,"mentre tutto scorre",è arrivata anche la giocata:Mercoledì,da Saro,alle 19.30.
Colgo l'occasione di fare a tutti i complimenti: raramente mi era capitato di avere un party di pg talmente costante,la formula della volta ogni due settimane sembra funzionare dato che fino ad ora la giocata non è mai saltata.
Continuiamo così =D

A Mercoledì,il Mignolo

2.01.2007

Fuga nella Nebbia.

La pioggia cadeva fitta sulla foresta silenziosa, non un rumore, non un alito di vento. L'armosfera era cupa e quasi innaturale, il silenzio agghiacciante e la nebbia adesso avvolgeva tutto il sottobosco rendendo difficile scorgere le montagne e le nubi rendevano impossibile vedere il cielo. In questa situazione inquietante si svegliarono tutti, fradici nonostante il riparo costruito. L'umidita era penetrante e nella nebbia Alexander destandosi si inoltrò per cercare ancora nella sua anima divorata dal Caos le energie che desiderava, nel frattempo Enialis si inoltrava nella boscaglia e scorgendo delle traccie lo comunicava a Klaus che con una rapida indagine riusciva a capire che si trattava di una sorta di caccia, dei cani e degli uomini veloci e leggeri avevano battuto il terreno in direzione dell'arena seguiti da otto pesanti cavalieri e giunti all'arena dovevano essere tornati indietro cercando qualcosa, forse cercando i fuggitivi.
Ibn Sina nel frattempo ossevava più in la Alexander che si era estraniato dal mondo, e adesso nella sua trance vagava ancora nei meandri del Caos e della sua anima, destandosi trovò l'elfo accanto a lui, una reazione di nervosimo a stento contenuta e dopo la voce di Klaus che annunciava che lui stava partendo. Affrettandosi tutti lo seguono e dopo poco ignorando i tentativi dell'uomo dei boschi di non lasciare traccie Alexander lo superava vanificando ogni suo tentativo di nascondere ai cacciotori la sua presenza.
Una lunga camminata, nella nebbia e sotto la pioggia che non accennava a diminuire di intensità e che ormai dalla sera prima cadeva incessante al suolo che ormai era divenuto un pantano. Dopo diverse ore di marcia tutti si fermano per mettere qualcosa sotto i denti e mentre Klaus e Enialis sono in cerca di selvaggina Alexander ne approfitta per sfregiare quella natura incontaminata, ma prima di poter portare a compimento la sua orpera Ibn Sina che lo ha seguito lo ferma, ma stavolta la reazione di rabbia dell'uomo di Kislev non è affatto contenuta ed estraendo le armi minaccia l'elfo fino a farlo indietreggiare, in questo momento ritornano Klaus e Enialis.
Ibn Sina allontanandosi da Alexander prende la selvaggina che hanno portato, mentre quest'ultimo con l'ennesimo gesto di rabbia sfregia un altro albero solo per trovarsi puntata alla gola la scimitarra di Enialis che non gradendo quella gratuita violazione della natura lo invita a non farlo, Alexander risponde con ironia all'invito e rinfoderando le armi consuma il suo pasto. Dopo poco il gruppo riparte attraverso il sottobosco, calano le tenebre quando giongono a un piccolo villaggio, le risaie attorno informano della presenza di un piccolo abitato, appena nove misere case su palafitte, abitazioni dei contadini del luogo.
Giunti sul limitare del villaggio Klaus e Ibn Sina avanzano, il primo con circospezione il secondo con meno sicurezza attraverso il terreno fangoso, mentre Enialis si acquatta fra gli alberi Alexander rimane in piedi minaccio ai bordi della foresta nella penombra della notte.
Klaus riesce ad avanzare fino a una finestra di una casa, e sente dentro tre voci, un uomo e due donne , poi sente un tonfo alle sue spalle, l'elfo impantanato e caduto al suolo. A questo rumore le voci nella casa si interrogano e un uomo si affaccia a una delle finestre e scorgendo la figura scura di Alexander ai margini del villaggio si affretta ad uscire, ma Klaus è più rapido di lui e quando l'uomo è solo sulla porta minacciandolo di morte lo fa tacere e conducendolo lontano dalla sua casa lo interroga mentre tutti si riuniscono attorno a quel vecchio che terrorizzato ma ugualmente risoluto chiede che non gli sia fatto del male.
Klaus interrogandolo scopre che quel piccolo villaggio e solo un borgo contadino appartenente al villaggio di Steinenburg a sette ore da li. In quel villaggio vivono nove famiglie ovvero una quarantina di anime che Alexander desidare avere per se, per il suo oscuro compito, così passando minacciosamente oltre l'uomo inginocchiato ai piedi di Klaus va verso una delle case.
L'uomo minaccia di urlare e quando infine vede Alexander vicino alla sua casa urla mentre il falcetto di Klaus gli taglia la gola e strozza il suo urlo che ha comunque allertato il villaggio. Le luci si accendono la gente viene fuori mentre Alexander si sistema la maschera sul viso.
Klaus estraendo la sua pistola gli copre le spalle, mentre Ibn Sina e soprattuto Enialis non sono proprio contenti di tutto quel trambusto, ma infine decisono entrambi che una volta ucciso il primo gli altri non dovranno vivere abbastanza per raccontare quello che hanno visto.
Mentre gli elfi erano immersi in questi pensieri una folla si avvicinava ad Alexander, in testa si muoveva un vecchio, forse l'anziano del villaggio, ma Klaus estremamente pragmatico esplodeva un colpo che centrando in piena fronte il vecchio lo faceva stramazzare al suolo morto senza poter avere risposta alla sua domanda su chi fossero gli avventori.
Mentre il vecchio crollava al suolo le urla si levavano nel villaggio qualcuno tentava la fuga altri uomini invece si riunivano in gruppi per assalire gli assassini. Mentre alcuni uomini con armi di fortuna si dirigevano verso Alexander un Mastino di Khorne ringhiando annunciava che il Caos era li.
Vedendo alcune donne e bambini scappare Ibn Sina risoluto nel non lascire sopravvissuti corre evitando la folla verso quel gruppo in fuga, nel frattempo Enialis indietreggiando incocca una freccia e si prepara a difendersi se sarà necessario. Klaus carica ancora la pistola mentre Alexander vede numerosi contadini accerchiarlo e cercare di colpirlo con scarsi risultati, solo uno di loro era riuscito a prenderlo, ma non visse abbastanza per raccontarlo perchè un serviotore di Nurgle portando con se la sua scia di pestilenza lo sciolse nel suo acido.
Appena qualche altro istante e diversi uomini si dirigevano verso Klaus che freddamente vedeva due di loro cadere e facendo esplodere ancora un colpo ne atterrava un altro ferendolo a una spalla.
Intanto il rumore cresceva, altri uomini cercavano salvezza, mentre molte donne e bambini si erano rifuggiati nella casa dell'anziano per sfugiare alla furia della battaglia, ma c'era poco da fare per gli uomini fuori, le creature del Caos scorrazzavano libere e a mettere fine a tutto giunse un servitore di Tzeentch che scagliando una potente magia incenerì letteralmente tutti quei contadini e colpì lo stesso Alexander che ferito anche a un braccio cadde al suolo provato. Mentre le case prendevano fuoco Enialis scagliava una freccia per aiutare Klaus, che si era feirto a un dito dopo un avaria della sua pistola, centrando un uomo al petto lo uccideva all'istante, nella foresta intanto Ibn Sina aveva raggiunto il gruppo di fuggitivi e ne aveva lasciato un altro scappare.
Raggiunta la donna e i quattro bambini che erano scappati cercava con falsità di tranquillizzarli, scoprendo che questo non era possibile liberava le sue energie magiche incenerendo queli miseri esseri, per poi far ritorno con una lieve ferita alla mano al villaggio.
Ad attenderlo una spettacolo tremendo, i demoni adesso scorrazzavano liberi banchettando o finendo gli ultimi sopravvissuti, le case ancora bruciavano e Alexander avvicinandosi all'abitazione piena di donne e bambini si preparava a metter fine a quell'eccidio con un grande sacrificio.
Con le sue ultime energie incideva sul legno della casa il simbolo del Coas sprigiondano così tutta la sua forza che liberandosi in un boato lo sbalzava metri indietro mentre il terreno sotto la casa si apriva e l'aria diveniva scura, la casa veniva letteralmente inghiottita nel terreno e mentre scendeva gli ultimi superstiti usciti dalla casa nuotavano come in un lago e giunti in superfice trovavno una spessa lastra che gli impediva di scappare da quella trappola, l'epilogo era la loro tremenda morte per annegamento, Alexander aveva appena le forze di ridere per il successo del Caos prima di svenire.
Lo spettacolo era stato sconcertante e le ultime figure demoniache tornavano al loro reame solo adesso, il gruppo avvicinandosi ad Alexander svenuto in terra vicino al punto dove un tempo sorgeva una casa si interrogava sulle sue azioni.
Quell'uomo, quello strano uomo con la maschera costituiva per Klaus un serio pericolo, Enialis pur sconcercato per quelle libere violazioni della vita non si pronunciò sulla sorte del compagno conosciuto solo poche ore prima mentre Ibn Sina interrogato da Klaus che era pronto a sgozzare Alexander, fin che era in tempo, rispondeva solo che nonostante la sua pericolosità poteva tornare utile, bastava tenerlo d'occhio.
A queste parole Klaus fermava la sua mano e lasciando quel corpo immoto li al suolo si allontanava verso le abitazioni, lo stesso facevano tutti gli altri, tranne l'adepto del Caos che restava li immerso nelle tenebre. Pochi istanti e Alexander si riprese e di scatto cercò di rialzarsi senza troppo successo, oltremodo provato nella mente più che nel corpo ferito e ustionato era ancora vivo, ancora su questa maledetta terra per rendere il suo tributo al Caos ancora, mentre lo stregone si rialzava tutti gli altri frugavano delle abitazioni per cercare viveri e utensili.
Solo dopo aver ucciso anche l'ultimo abitante del villaggio ovvero un piccolo cane Ibn Sina si ricordava di due uomini che erano riusciti a fuggire e dando l'annuncio iniziava a fuggire da quel luogo di morte seguito dai compagni e in ultimo da Alexander che reggendosi solo grazie alle sue grandi capacità magiche avanzava a stento nel fango. Così dopo aver reso al Caos numerose anime il gruppo si dipartiva attraverso il bosco e nella nebbia, una lunga fuga nella nebbia lo attendeva.

1.30.2007

Domani si giocaaaaaaaaaaaaaaaa!

Ragazzi mi raccomando;domani appuntamento da Rosario alle 19.30,puntuali.
Ci saranno scottanti rivelazioni sul passato del Demone Maggiore di Khorne,gossip sul defunto Mondred e accattivanti annotazioni sulla vita segreta nel Caos del Barone(con tanto di foto delle sue perversioni col demone maggiora di Slaanesh)
Non mancate =D

1.23.2007

Dall'Elfo Ladro

Oggi sto veramente esagerando a postare,tra un pò mi blindano la tastiera!!!chiedo scusa all?lefo ladro,a cui ho fregato questo piccolo aneddoto ma ci stava troppo!nel frattempo consiglio a tutti questo sito,dateci un occhio perchè fa morire =D

"Scontro frontale tra le due armate d'Elfi sulle coste di Naggarythe.Gli Elfi Oscuri, appena sbarcati assieme ai loro alleati di Slaneesh, vengono tempestati da nugoli di frecce prima, poi vengono caricati all'arma bianca da centinaia di guerrieri ombra.
Generale Elfo Alto:"Ricacciate in mare la feccia traditrice, per Aenarion il Difensore!"
Generale Elfo Oscuro:"Mantenete le vostre posizioni, guerrieri, nel nome d'Aenarion!"
EA:"Fermi tutti un momento, guarda che Aenarion è roba nostra!"
EO:"Ma se siamo noi i discendenti della sua stirpe!"
EA:"Ma non farmi ridere! Naggarythe ha raccolto l'eredità del Prode Capostipite, non i traditori come voi!"
EO:"Oseresti dire che Malekith non è figlio d'Aenarion?!"
Paladino di Slaneesh:"Ehm, scusate, noi vorremmo andare avanti con la battaglia..."
Elfi Alti ed Oscuri:"Fatti i c***i tuoi un momento!"
Voci da Ulthuan riportano che a distanza di settimane, un gruppo di studio stia ancora analizzando gli alberi genealogici, mentre i Paladini di Slaneesh giocano a salta il cavallino aspettando che la battaglia reinizi..."